mercoledì 7 maggio 2008

VALLI DEL NATISONE: Monte Mia e Valle di Pradolino

Domenica 4 maggio 2008
Marisa e Luca , Giovanni e Elena ,Marco


In attesa della stagione più adatta a salire di quota, anche questa domenica con gli affezionati amici del consolidato gruppo di http://www.suimonti.it ci cimentiamo in una escursione cosidetta “minore”, non molto panoramica ma comunque in grado di regalarci qualche bella soddisfazione. Si tratta di un percorso privo di difficoltà ma molto ricco e interessante dal punto di vista naturalistico, tanto da essere considerato dalla regione Friuli-Venezia Giulia, sito di interesse comunitario da sottoporre a tutela per la sua flora e fauna . ...



Dopo aver fatto “i bruti “ in Val Rosandra stavolta andiamo alla ricerca dell’Orso Bruno.


 

Il percorso ha inizio sulle sponde del fiume Natisone nei pressi dell’abitato di Stupizza dove, superato un ponte sul fiume si incontrano le indicazioni per il Monte Mia che si seguono fino ad un bivio nei pressi dell’antico villaggio di Pradolino (ruderi), dove seguendo ancora le medesime indicazioni si sale decisamente a destra. Tutto il percorso è ricco di vegetazione e il profilo geologico del territorio è rimasto praticamente incontaminato. Le specie boschive presenti sono prevalentemente di faggio e carpino che ci accompagnano fino allo stupendo ripiano erboso dove sorge Casera Mia una volta adibita a malga. Risaliamo la parte terminale del Monte Mia addentrandoci in una stupenda faggeta costituita da alberi maestosi, cresciuti su affioranti rocce dall’aspetto quasi carsico, passando anche in territorio sloveno .


 

 La sensazione che ho provato lungo tutto il percorso è stata insolita, come se il tempo si fosse fermato secoli fa, come se l’uomo fosse vissuto in sintonia con l’ambiente e con i suoi misteriosi abitanti. E’ strano infatti trovare resti di presenza di antiche civiltà rurali in un territorio così aspro per noi vittime dei ritmi imposti dal nostro vivere. Allora per una giornata intera lasciamo dietro di noi la fretta e ci dedichiamo a scoprire i segreti di questo luogo: ecco improvvisa spuntare dall’acqua una salamandra pezzata, si sente il picchio che lavora sugli alberi alla ricerca del suo cibo, si sente l’allocco.

 

Non c’è molto panorama perché oggi siamo nel bosco vero fatto di alberi, muschi, felci, fiori e piante colorate che emanano profumi intensi e gradevoli. In un sottobosco dai mille volti da un momento all’altro può improvvisamente spuntare qualche “lintver” o la misteriosa “krivapeta” figure mitologiche delle tradizioni popolari delle Valli del Natisone o il signore incontrastato di questi territori: l’orso bruno "Andrea".
Ci fermiamo un attimo sulla “vetta” del monte Mia a goderci l’unico panorama possibile della giornata che spazia sulle Valli del Natisone fino a Cividale e poi giù giù fino al mare, dove il tempo e lo spazio sono senza limiti sempre però attenti al "cestino" della merenda perché Andrea è goloso e poi giù di nuovo alla casera (chiusa) e ancora fino alle bocchette di Pradolino per un ripido costone reso insidioso dalle foglie e dal terreno decisamente umido. 


Chiudiamo l’itinerario percorrendo l’intera valle del Pradolino incastonata tra il Monte Mia e il Monte Vogu il cui paesaggio è ancora ricco di fioriture come l’anemone, l’aquilegia minore, la pervinca, la polmonaria e monti altri ancora e poi anche pietraie, grotte, pareti rocciose per ricongiungerci al percorso di andata al bivio nei pressi dei ruderi di Pradolino. Escursione bella e remunerativa dal punto di vista naturalistico, comunque da intraprendere con discreto allenamento visto che alla fine son circa 1100 mt di dislivello e oltre 12 km che un pò si sentono.

Nei pressi del ponte si trovano le indicazioni per il centro visite “villaggio degli orsi", visitabile attualmente nei fine settimana. Ho trovato delle utili notizie al sito sotto indicato .



http://qui.uniud.it/notizieEventi/territorio/inaugurato-il-centro-visite-villaggio-degli-orsi

LA KRIVAPETA
la Krivapeta è un personaggio mitico che compare nelle leggende raccontate dagli abitanti della Slavia veneta. Essa non è una strega, ma viene rappresentata come una donna che vive isolata dalla gente, abita in grotte o anfratti, vicino ai torrenti, ed ha la particolarità di avere i piedi ritorti (con il tallone all'avanti e le dita dietro), difetto da cui prende origine il nome di Krivapeta (dallo sloveno kriv = curvo, ritorto e peta = tallone).
Le Krivapete vengono descritte come donne dai capelli verdi che ricoprono loro le spalle e vestite di bianco. Sono donne diverse e dotate di una grande ed intollerabile autonomia, di particolare capacità e cultura, trasgressive e selvaggie, a conoscenza delle virtù delle erbe e dell'evoluzione del tempo. Le Krivapete possono essere cattive con gli uomini oppure buone e pronte a dare loro consigli su come realizzare cose ignote ed a suggerire ai contadini i momenti più adatti alla semina, al raccolto ed alle altre attività della campagna. In cambio dell'aiuto però possono richiedere di portare via i bambini piccoli in quanto alcune sono crudeli e cannibali.
Le Krivapete sono quindi delle creature leggendarie del mondo del fantastico e dell'immaginario del popolo delle Valli del Natisone, che, con esse, andava ad arricchire le fiabe che i nonni raccontavano ai nipotini davanti al focolare.
Bisogna notare che le Krivapete, come gli altri spiritelli e mostri della mitologia slovena quali gli Skratiaci, i Benadanti, i Lintver, vengono sempre associati a caverne, precipizi e torrenti ossia a località potenzialmente rischiose per la vita dei bambini. I racconti dei nonni, con la loro atmosfera paurosa, servivano quindi, in tempi in cui i giovani giocavano per lo più nei prati e nei boschi, a far sì che i piccoli si tenessero lontani dai luoghi pericolosi.


Per i dettagli tecnici dell'escursione , altre bellissime foto , traccia Gps e scheda stampabile vi rimando alla sezione "escursioni" di Marco su http://www.suimonti.it

1 commento:

  1. Luca l'alpinauta writes:

    Belle foto quelle dei fiori e delle foglie.anche la meta scelta è minore solo nel nome. ricordo di esserci stato con le cjaspe anni fa, quand'ero un aquilotto dell'alpinismo giovanile.Mandi

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