domenica 31 agosto 2008

ANELLO CIMA DI SUOLA : un bel giro sotto le guglie estreme delle Dolomiti orientali

Venerdì 22 agosto 2008

Gran bel posto la Val di Suola , tra i più belli di tutta la Carnia. In un contorno di guglie di pietra il Pramaggiore, che dall’alto dei sui 2479 metri domina due vallate separando la Val Settimana e Cimoliana dalla Val di Suola. Risalendo quest’ultima dall’abitato di Andrazza, percorriamo il sentiero ammirando costantemente una serie ininterrotta di pinnacoli, guglie e torrioni separati dalla forcella dell’Inferno e dal ripido intaglio del passo del Muss che delimitano la cima Fantolina dal Torrione Comici. Le cime si susseguono, dalla Cima Val de Guerra alla croda di Sion al Ciastiel fino al massiccio del Pramaggiore a forma di dente. il Pramaggiore da questo versante domina tutta la vallata e sembra inarrivabile. La Via normale richiede buon allenamento e sicurezza di passo con notevole dislivello partendo dai quasi 800 metri di Andrazza e implica il superamento della forcella omonima affacciandosi in Val Settimana. Solo il panorama promesso dalla cima merita tutto lo sforzo necessario.





<TUTTE LE FOTO DELL'ESCURSIONE >




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E’ venerdi e il sentiero non è molto battuto. Il posto si presenta già magnifico e assaporando la compagnia della solitudine montana che sempre andiam cercando facciamo ormai parte del sentiero.

Attraverso un bel bosco di faggi saliamo per far visita al nuovo Flaiban Pacherini. Uscendo dal bosco davanti a noi la valle mostra i suoi contorni caratterizzati dalle dolomiti.

Tra radi mughi seguiamo l’impluvio e in un paio d’ore aggirato lo sperone roccioso di Cima Suola si intravede la bandiera tricolore che indica che il rifugio è ormai vicino.
Il rifugio Flaiban Pacherini è stato ristrutturato di recente e la nuova veste esterna è decisamente graziosa. La struttura si inserisce molto bene nel contesto con il suo rivestimento in legno. Dentro è un po’ meno bello di fuori, ma non è male tutto sommato. Sembra grandino ma non invadente.

Vari cartelli indicatori portano verso il Passo del Muss, la ferrata Cassiopea e verso Passo di Suola indicato ad un’ora. Dopo una brevissima pausa, ricarica d’acqua e uno sguardo ai Monti Clapsavon e Bivera risaliamo Il sentiero ripido, a serpentine, abbastanza faticoso che per un bel po’ non accenna tregua. L’ambiente pittoresco e gradevole, imponente ma avvolto, ci fa sentire protetti e lo risaliamo dimenticando la fatica, ammirando lo spettacolo di pinnacoli, il torrione Comici e la sagoma imponente del Pramaggiore.

Superato il ripido crinale si intravede il Passo di Suola ancora lontano. Incrociamo un anziano in discesa che ha preferito ritornare sui suoi passi piuttosto che scendere dal versante della Val Rua(?). Senza porgli domande proseguiamo e raggiungiamo la forcella con costanza in compagnia di una famigliola ……di stambecchi. Adesso possiamo concederci una lunga pausa e mentre Marisa sgranocchia io mi lascio come al solito rapire dalla natura, lascio andare i miei sguardi verso gli orizzonti vicini e lontani. Dietro lo spettacolo dei monti che ci hanno accompagnato.

Dal Passo di Suola cambiano anche le propettive sul Pramaggiore, si apre improvvisa la scena dell’anfiteatro che digrada sulla Val di Rua protetta dalla Cima di Suola, dalle Sarodine, dalla Cima dei Camosci e dal Monte Rua. Un altro gruppetto di persone ridiscende verso il Pacherini preferendo questo itinerario perché l’altro è più difficile. Guardo Il sentiero che scende a serpentine, è invitante e così incuriosito, improvviso il completamento del giro chiudendo un percorso ad anello per il sentiero 638 che riporta ad Andrazza. Un gruppo di stambecchi vanitosi si avvicina curioso e allora perché no? Ma si, dai, gli faccio un book fotografico, loro adesso si sentono importanti e felici si arrampicano sulle rocce come ……… Camosci (Per chi non lo sapesse la mia Nikon magica riesce perfino a trasformare gli stambecchi in camosci e viceversa!!!!!!).

Il Pramaggiore è fuori dalla nostra portata, sono altri 500 mt di dislivello e ne abbiamo già fatti molti oggi. Vorrei assaporare questo piacere, farmi girare la testa dalla scena che si presenta in cima, buttare gli sguardi oltre, giù in Val Cimoliana, e lontano sul Duranno e Cima Preti, sui Monfalconi ma no niente da fare.
Si scende. Ci inviamo sul sentiero a serpentine per un po’ ripido poi piacevolmente in leggera discesa per un buon tratto. Tutto sembra molto bello ma dopo la diramazione verso la Cima dei Camosci l’ambiente cambia decisamente aspetto e dove il catino si restringe la vegetazione si fa incolta con erba alta tra fitti mughi. Il sentiero è evidentemente poco battuto, comunque ben segnato ma a tratti ripido sui dirupi e scivoloso. Il panorama non è gran che data la vegetazione incolta, ma ogni tanto si intravedono graziose cascatelle che scendono dai fianchi dei monti. La discesa è faticosa, non so se per il terreno o per la lunghezza. Fatto in salita è massacrante. Superati alcuni ruscelli dove ci rinfreschiamo si rientra nel bosco di Cima di Suola che ci accompagna, ben segnato, verso il greto ghiaioso del torrente Ruadia. Qui i segnavia sono un po’ più difficili da individuare, ma di tanto in tanto qualche amico ometto ci indica la via.
Contribuisco posizionandone qualcuno anch’io per facilitare il percorso a chi verrà. Di sicuro oggi non credo sia passato nessuno. Il cammino è lungo e cominciamo veramente a sentire un po’ di stanchezza. Sempre seguendo il greto, prima che questo si innesti nel Tagliamento a sinistra un sentiero ci riporta nel bosco e ormai quasi in piano seguiamo mestamente una pista forestale che ci riporta ad Andrazza.
Una cosa è certa: siamo stanchi morti e ci meritiamo come sempre una bella birra alla spina con tanto di schiuma, fresca e rigenerante ( ogni scusa è buona ma quando ce vò ce vò).


Nella sezione "photos" l'album con altre immagini dell'escursione

4 commenti:

  1. Marco writes:

    Avevo fatto il giro con i caldi colori autunnali e me lo ricordo meraviglioso…. Ed aver conosciuto proprio lì, a casa sua, l’indimenticabile orso Mauro Conighi, rende ancora più mistico l’ambiente abbracciato da quelle guglie così belle.Bravi ragazzi… un po’ lungo ma giro meraviglioso.

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  2. L'"orso" non c'è più. Ma forse riesco a ricavarne uno da qualche stambecco.:cheers: :cheers: :cheers: :cheers:

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  3. Marco writes:

    Stambecchi o Camosci sono loro i padroni di questi posti come si può notare spesso su questi sentieri.... ehi ragazzi.... a proposito di questi posti...abbiamo in sospeso il Truoi dai Sclops non dimenticatelo!:idea: :up:

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  4. E si Il truoi dai Sclops è proprio in sospeso e di sicuro non lo dimentichiamo. Per noi però adesso è un pò complicato, ma sicuramente resta tra gli obiettivi.Ciao Frutz Luca e Marisa:) :) :)

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