martedì 26 dicembre 2017

Rifugio Zacchi e Alpe Vecchia


Una bella proposta per la giornata di S.Stefano. Si tratta di smaltire un po i postumi del Natale e una tradizionale anche se breve sgambatina alla fine è necessaria per calmare l'anatra che ancora mi vola dentro la pancia schivando tortellini e panettoni. La scelta cade sul rifugio Zacchi con successiva deviazione per l'Alpe Vecchia.



In tutte le stagioni ma in particolare in autunno e in inverno la conca dei Laghi di Fusine è qualcosa di speciale. Un luogo pregiato per l'intera catena delle Alpi e tutto sommato anche un bel vanto per noi Friulani. Due laghi incastonati in uno stupendo paesaggio alpino, circondati da rigogliosi boschi di conifere e protetti dal maestoso gruppo del Mangart. Un piccolo angolo di paradiso naturalistico, d'inverno arricchito dal bianco manto della neve.





Saliamo dal lago superiore al rifugio, tralasciando le scorciatoie nel bosco, lo facciamo lungo la strada di accesso che sempre con dolce pendenza ci avvicina alla meta consentendo, nonostante il tempo un po ingrato, ampie visuali sulle Ponze. Il gruppo del Mangart invece gioca a nascondino tra le nuvole basse, lasciando comunque immaginare i profili maestosi e misteriosi delle sue immense pareti verticali che si innalzano vertiginose sopra le punte degli alberi di un preziosissimo bosco. Una leggera nevicata ci tiene compagnia assieme al vento che a tratti decide di farsi sentire. Anche quando le nebbie basse nascondono le pareti se ne sente la costante grandiosa presenza. Un luogo sempre affascinante.



Il rifugio Zacchi è “la cjase di Rose”, qui ogni giorno si ritrovano amici della montagna friulana e non. Situato nella conca delle Ponze offre pernottamento e ristoro anche d'inverno, ma sopratutto è la bravura e il sorriso di Rosa che ci fa venir su in ogni stagione, con qualsiasi tempo..... Anche oggi abbiamo trovato più di qualche amico che ha pensato come noi di fare quattro passi. Due chiacchiere assieme, magari una birretta, sempre con gli occhi all'insù verso le Ponze, la Strugova, la Vuenza o il Mangart. Molti di noi le hanno salite, per tutte le vie, con varie difficoltà, ognuno con il suo modo di andare ognuno con i suoi ricordi e tutti ogni volta da qui non possono non restare a guardare.






Un saluto alle " Parone di Cjase", con la promessa di ritornare presto, magari con più calma e riprendiamo il cammino. Visto che c'è una traccia decidiamo di scendere per l'Alpe Vecchia. 



L'ambiente invernale, i fiocchi di neve che sembra inizino a scendere, preannunciando la grande nevicata che arriverà domani, rendono splendida la bella traversata. Il silenzio è amplificato dal paesaggio, mentre noi procediamo ai bordi del secolare e affascinante bosco nel grandioso paesaggio dell'Alpe Vecchia, al cospetto della grande parete della Vuenza. Il diedro Cozzolino ha un aspetto misterioso …...








Rientrati nel bosco, che alterna imponenti abeti ad altrettanti faggi, scendiamo ripidamente verso i laghi passando per la bella spianata dell'Alpe di Tamer tralasciando le varie deviazioni per il bivacco Nogara . Non ci resta che un ultimo tratto di sentiero per ritrovarci alla fine sulla strada che scende dal rifugio verso i laghi.. 






.......Prima però uno sguardo indietro, per un ultima immagine da portare a casa ….... 

2 commenti:

  1. Buon anno a voi Marisa e Luca.
    Non serve essere indovini per sapere che sarà un anno con alti e bassi. Il nostro augurio è che gli "alti" prevalgano sui "bassi" e che questi ultimi non siano troppo.... bassi.
    Naturalmente tra gli alti ci mettiamo anche le terre alte e che queste con i loro sentieri siano metafora della vostra vita e viceversa.
    Decimo e Giuliana

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  2. Ciao, Auguri anche a Te e Giuliana , speriamo dunque in un 2018 con più alti che bassi ....... intanto portiamo avanti su questi sentieri .........

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